Brano: [...]logico supporre che un tale distacco da parte dei governi romani rispetto alle novità emergenti al Nord dovesse alimentare quella diffidenza già insita nell’ottica degli Alleati nei confronti della Resistenza, tanto evidente sia durante che dopo la Liberazione.
I servizi informativi
La gestione operativa dei rapporti fra gli Alleati e le forze della Resistenza venne formalmente affidata a due organizzazioni, appunto create a tale scopo: lo Special Force inglese e VO.S.S. (v.) americano. Nonostante siano trascorsi molti anni e siano stati aperti numerosi archivi angloamericani, le operazioni compiute da queste due organizzazioni restano per molti versi tuttora oscure, soprattutto per quanto riguarda i loro reciproci rapporti, i rapporti con gli altri enti alleati e con altri governi (per esempio, con quello svizzero), le loro fonti di informazione e di contatti, nonché molte operazioni compiute sul campo.
Lo Special Force dipendeva direttamente dallo Special Operations Executive (v. S.O.E.), un’organizzazione che aveva sedi a Londra e al C[...]
[...]. (v.) americano. Nonostante siano trascorsi molti anni e siano stati aperti numerosi archivi angloamericani, le operazioni compiute da queste due organizzazioni restano per molti versi tuttora oscure, soprattutto per quanto riguarda i loro reciproci rapporti, i rapporti con gli altri enti alleati e con altri governi (per esempio, con quello svizzero), le loro fonti di informazione e di contatti, nonché molte operazioni compiute sul campo.
Lo Special Force dipendeva direttamente dallo Special Operations Executive (v. S.O.E.), un’organizzazione che aveva sedi a Londra e al Cairo e la cui attività (oggetto di numerosi studi e discussioni durante questi anni) comunque escludeva l’Italia dalle sue operazioni. Risulta chiaro che, nonostante le sue origini risalissero al 1940, soltanto nel 1943 il S.O.E. riuscì a sfondare in senso militare, passando dalla semplice raccolta di informazioni a una più autentica attività di sostegno delle forze della Resistenza e di coordinamento della loro azione militare. In Italia, il S.O.E. prese contatto con la Resi[...]
[...]za e di coordinamento della loro azione militare. In Italia, il S.O.E. prese contatto con la Resistenza del Nord attraverso la Svizzera e, dal settembre 1943 al maggio 1945, mandò più di 500 agenti: il numero massimo di missioni, composte da uno a quattro agenti e registrato nelle settimane che precedettero la Liberazione, fu di 37 britanniche e 17 italiane (v. Missioni alleate). Indubbiamente, riguardo ai rapporti con la Resistenza italiana, lo Special Force fece la parte del leone nei confronti degli americani e questo fu il risultato di un’esperienza alquanto approfondita (nei Balcani, in Francia e altrove), nonché di un metodo di lavoro ben sviluppato.
Gli obiettivi e le ambizioni degli agenti dell’O.S.S. rimangono tuttora oscuri. È possibile intravvederne tracce in Piemonte, Emilia Romagna,
Toscana e altrove, ma senza alcun coordinamento evidente e con molta libertà di azione. Si può dire con certezza che, mentre lo Special Force fu un’organizzazione con reali capacità militari, l’O.S.S. si limitò il più delle volte a raccogliere inform[...]
[...] confronti degli americani e questo fu il risultato di un’esperienza alquanto approfondita (nei Balcani, in Francia e altrove), nonché di un metodo di lavoro ben sviluppato.
Gli obiettivi e le ambizioni degli agenti dell’O.S.S. rimangono tuttora oscuri. È possibile intravvederne tracce in Piemonte, Emilia Romagna,
Toscana e altrove, ma senza alcun coordinamento evidente e con molta libertà di azione. Si può dire con certezza che, mentre lo Special Force fu un’organizzazione con reali capacità militari, l’O.S.S. si limitò il più delle volte a raccogliere informazioni (anche politiche ed economiche) e a fornire canali di comunicazione. A differenza degli inglesi che si servirono di provati individui anziché di organizzazioni, l’O.S.S. fu disposto a riconoscere l’utilità di organizzazioni di sostegno di origine italiana. L’esempio più significativo a tal riguardo è quello deirOrgfa/7/zzaz/one della Resistenza italiana (v. O.R.I.).
Analizzando i documenti pubblicati da Pietro Secchia e Filippo Frassati nel libro La Resistenza e gli Alleati (M[...]
[...]i anziché di organizzazioni, l’O.S.S. fu disposto a riconoscere l’utilità di organizzazioni di sostegno di origine italiana. L’esempio più significativo a tal riguardo è quello deirOrgfa/7/zzaz/one della Resistenza italiana (v. O.R.I.).
Analizzando i documenti pubblicati da Pietro Secchia e Filippo Frassati nel libro La Resistenza e gli Alleati (Milano, 1962), è possibile tracciare con una certa precisione l’atteggiamento e la mentalità dello Special Force.
Ancora prima di scoprire quanto fosse determinante l’apporto comunista alla forza politica e militare del movimento di liberazione, durante una riunione avvenuta a Lugano il 3.11.1943 (v. Certenago) presenti Leo Valiani e Ferruccio Parri, i dirigenti del C.L.N.A.I. vennero informati dall’inglese John McCaffery (v.) che « la Resistenza non doveva essere altro che una attività frazionata in piccoli gruppi di sabotatori e di informatori, controllata dalle missioni angloamericane » (mentre, da parte sua, il C.L.N.A.I. rivendicava la « possibilità e la necessità della formazione di un esercito[...]
[...]itari su vasta scala, con una guida politica militare propria, centralizzata e unitaria »). Nell’ottica britannica, la Resistenza doveva sempre e comunque aspettare gli ordini degli Alleati e soprattutto doveva prepararsi al pericoloso giorno finale dell’insurrezione a fianco delle forze armate alleate in arrivo. Non erano affatto gradite “insurrezioni” preliminari, cioè la liberazione autogestita di intere zone di territorio. I comandanti dello Special Force non volevano sentir parlare di motivazioni politiche, di esponenti di partito o di discussioni sul futuro del paese, poiché credevano che una corretta professionalità militare doveva escludere completamente tali considerazioni.
Né per l’O.S.S. né per lo Special Force esiste ancora una dettagliata documentazione sul piano storiografico per quanto riguarda le loro operazioni in Italia. A livello
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